LONTRA
L'adattamento alla vita acquatica nei laghi e nei fiumi è la caratteristica che rende la lontra unica tra i mammiferi italiani, dei quali, dopo la foca monaca, è la specie più minacciata di estinzione. E' scomparsa da tutta l'Italia settentrionale, e popolazioni di una certa consistenza sopravvivono solo nei bacini del Fiora, al confine tra Toscana e Lazio, del Sele, in Campania, e del Basento, in Basilicata. Si tratta di fiumi che conservano ancora molto dell'ambiente naturale originario.
La presenza della lontra, predatore al vertice delle catene alimentari del fiume, è infatti un indice della buona salute di un ecosistema. Purtroppo, pur essendo un animale bellissimo, la lontra non si lascia avvistare facilmente. La dieta della lontra è costituita soprattutto da pesci, crostacei e anfibi che insegue e cattura sott'acqua. Il suo nuoto è agile e veloce: il corpo allungato e flessuoso è perfettamente idrodinamico, il capo è piccolo e appiattito, e la coda lunga e robusta è un ottimo timone. Ma l'adattamento all'acqua non si ferma qui. Il pelo è lungo e idrorepellente, le zampe sono palmate, gli occhi possono mettere a fuoco sia nell'aria che nell'acqua, orecchie e narici si chiudono ermeticamente durante l'immersione, e due ciuffi di peli tattili sul muso sono sensibilissimi alla turbolenza provocata dal nuoto delle prede.
La drammatica diminuzione delle lontre nel nostro paese ha molti colpevoli, a cominciare dalla caccia, permessa fino al 1977. La responsabilità principale tuttavia è della trasformazione, spesso radicale, dei nostri fiumi. Inquinamento, eliminazione della vegetazione delle rive, prelievo di ghiaia e costruzione di argini artificiali in cemento hanno costretto le lontre ad abbandonare buona parte delle nostre regioni.