VELASCA

Le notizie sulla storia di Velasca sono state attinte da precedenti ricerche realizzate da altri bambini in anni diversi e da testi riguardanti Velasca e Vimercate.

Verso la metà del 1500 Velasca era una semplice cascina che faceva parte del territorio di Velate. 

Nel 1545 Velasca era abitata da quattro famiglie formate da 18 persone in tutto.

Il centro spirituale della nostra minuscola comunità, almeno dal Seicento in poi, fu un piccolo Oratorio dedicato a S. Maria Maddalena, costruito nel 1626. All'inizio veniva curato dai frati, in seguito venivano dei sacerdoti per celebrare la messa.

Passarono molti anni e Velasca rimase per molto tempo costituita da poche cascine e dalla casa del conte Volontieri, l'attuale biblioteca.

Gli abitanti erano tutti contadini.

Verso la fine del 1800  c'era in paese un canatorio (dove si preparavano le spolette da mettere nei telai) che però venne chiuso perché le donne avevano in casa un telaio proprio.  

A quell'epoca la popolazione espresse il desiderio di avere un parroco tutto per sé.

Don Romeo Rosa divenne così cappellano a Velasca; bisognava poi pensare alla chiesa.

Fu comprato per 400 lire il terreno del conte Volontieri e il 22 marzo del 1913 viene posata la prima pietra della nuova chiesa in onore di S. Maria  Maddalena.

L'anno dopo, la costruzione fu ultima con una spesa complessiva di £ 35.849; era per l'epoca una cifra non eccessiva è ciò fu possibile perché i velaschesi vi prestarono gratuitamente la loro opera.

La chiesa fu poi benedetta e vi si celebrò la prima messa.

Il vecchio oratorio venne usato come teatro per la rappresentazione dei burattini dove i girovaghi  di passaggio facevano spettacoli per divertire la gente.

In seguito  la prima chiesetta venne riadattata ad abitazione, dividendola in mezzo, in modo di avere un piano inferiore ed superiore.

I defunti della frazione venivano portati, fin dal 1811, al camposanto di Oreno.

Nel 1946 morì una ragazza diciassettenne, la mamma che desiderava averla sepolta vicino a lei, donò al comune di Vimercate il terreno dove adesso sorge il cimitero e il comune iniziò la costruzione.

Verso la fine della seconda guerra mondiale, ci fu una immigrazione in Velasca: dalla provincia di Bergamo (Colere, Schilpario...), dove la società  Falk possedeva delle miniere di ferro che poi vennero chiuse dopo la guerra, arrivarono molte persone che cercavano un nuovo lavoro in pianura.

All'inizio questi operai abitavano proprio a Velasca, ma vi trovavano delle sistemazioni provvisorie infatti a fine settimana tornavano al loro paese.

Poi col tempo e con i guadagni ottenuti costruirono le case  e si trasferirono definitivamente sul posto.

Altri, sempre in cerca di lavoro, provenivano dalla Valtellina, altri ancora dal bresciano e altri dal meridione.

Nel 1960 è stata costruita la fabbrica Italcornici e nel 1966 l'I.B.M.

L'economia velaschese è completamente cambiata, da agricoltori gli abitanti  diventarono operai, solo nel tempo libero si dedicavano ancora ai lavori nei campi.

Più avanti negli anni è arrivata molta gente dei paesi limitrofi perché lavorava nelle industrie della zona (Teletra, I.B.M. o Celestica) e voleva trovare una casa più vicina al posto di lavoro. Per questo motivo la densità della popolazione è andata in crescendo.