IL PIFFERO MAGICO

La città di Hamelin era invasa dai topi, perciò il borgomastro, non riuscendo a liberarsene, promise 1000 marchi a chi l’avesse fatto. Passarono molti giorni, ma nessuno si presentò.            

Un giorno arrivò uno strano personaggio: alto e magro, vestito poveramente, con un grande mantello che nascondeva le sue mani magre, in una delle quali teneva un flauto.  

Parlò con il borgomastro e, in cambio di 1000 marchi, promise di liberare la città dai topi.  

Andò verso la  piazza centrale e cominciò a suonare una bella melodia con il suo flauto.

Subito arrivarono topi da tutte le parti; quando furono almeno centomila, l’uomo si alzò e si incamminò verso il fiume.

I topi lo seguirono e annegarono tutti.  

Il pifferaio si recò dal borgomastro, seguito dalla popolazione che agitava felice i fazzoletti e lo ringraziava.

Il borgomastro era felice e soddisfatto, ma quando fu il momento di pagare, diede al pifferaio 100 marchi invece di 1000, come aveva promesso.

L’uomo si mise a protestare, ma fu scacciato in malo modo; uscendo dal municipio, giurò che si sarebbe vendicato.

Attraversò tutta la città e giunse al parco dove giocavano i bambini.

Prese il suo flauto e cominciò a suonare una bellissima melodia; i bambini

lasciarono i loro giochi e lo seguirono, anche se i genitori cercavano di trattenerli.

Il flautista si dirigeva verso il fiume e la gente gridava terrorizzata.  

Quando arrivò al fiume, l’uomo girò verso una collina, cominciò a salire e tutti i bambini lo seguirono, tranne un bambino zoppo, che era rimasto indietro.

Ad un certo punto sul fianco della collina si aprì un’enorme breccia, nella quale scomparvero il flautista e i bambini, tra le grida delle madri e di tutti gli abitanti della città.

Rimasto indietro, il piccolo zoppo vide che la breccia si stava chiudendo.

 

Il borgomastro dovette fuggire, perché tutti lo ritenevano responsabile della disgrazia, per colpa della sua avarizia...

Al racconto manca il finale.

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