C’era una volta un ragazzo che tutti
chiamavano Grullo perché era molto buono.
Un giorno che era andato nel bosco a far
legna, Grullo incontrò un omettino che gli chiese da mangiare.
Il ragazzo era buono e divise in due
parti il poco pane che aveva.
L’omettino lo ringraziò:-Tu sei buono
e voglio ricompensarti.
Abbatti quell’albero laggiù, tra le
radici troverai qualcosa che farà la tua fortuna. E scomparve.
Grullo trovò un’oca con le penne
d’oro, decise di portare quella meraviglia in giro per il mondo e subito si
mise in cammino.
Quando fece buio, si fermò in una
locanda. Il padrone aveva tre figlie molto vanitose che appena videro l’oca,
decisero di rubare qualche penna d’oro per i loro abiti.
La mattina, quando Grullo uscì a fare
spese, la sorella più grande afferrò l’oca. Com’è, come non è, vi rimase
appiccicata con le dita e non riuscì a liberarsi. Arrivò la sorella mezzana
che non appena toccò la sorella, rimase attaccata alla sua schiena. La stessa
cosa accadde alla ragazza più piccola.
Quando Grullo tornò, prese l’oca sotto
braccio e senza curarsi delle tre ragazze si diresse verso la città.
Lungo la strada passeggiava il sacrestano; vedendo quella strana processione afferrò per un braccio l’ultima delle sorelle per chiedere spiegazioni… ma lui pure rimase attaccato!
Allora
cominciò a strillare e accorsero due contadini che provarono a tirarlo e, come
unico risultato, si trovarono a far parte della fila...
Al
racconto manca il finale.
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